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IL PARADOSSO FRANCESE

Solfiti nel vino e mal di testa

Come mai nonostante una dieta ricca di acidi grassi la popolazione Francese è tra le popolazioni mondiali con il più basso livello di insorgenza di malattie cardiovascolari?

Questa è la domanda che deve essersi posto Serge Renaud, uno scienziato dell’Università di Bordeaux alla fine degli anni ’70 del secolo scorso.

È noto che formaggi, salumi grassi, burro, panna (elementi di cui è ricca la dieta Francese) non vadano molto d’accordo con la salute delle nostre e vene arterie.

Eppure, la Francia è il paese europeo con la minor incidenza di malattie cardiovascolari: 253 casi d’infarto ogni 100.000 individui di età superiore ai sessantacinque anni, contro i 396 della Spagna e i 411 dell’Italia (Eurostat 2010). Il confronto diventa ancora più impietoso se confrontato con gli Stati Uniti, paese anch’esso caratterizzato da una dieta ricca di grassi.

Nel tentativo di dare una spiegazione a quello che si presenta come un vero e proprio paradosso, Serge Renaud affermò che gli effetti negativi della dieta ricca di grassi dei Francesi erano mitigati dall’abitudine di bere un bicchiere di vino rosso al termine dei pasti.

È davvero plausibile questa ipotesi?

Abbiamo già affrontato nel precedente articolo “un bicchiere di vino al giorno toglie il medico di torno?” i benefici che alcune sostanze contenute nella nostra amata bevanda apportano al nostro organismo.

Una prima riflessione va fatta sul resveratrolo. Questo polifenolo è un antiossidante naturale presente nell’uva e nel vino. Si tratta di una molecola che interagisce con il rame presente nel nostro organismo e in questo modo evita la formazione di accumuli di grassi ossidati, che sono tossici. In questo modo è in grado di aiutare nella cura e nella prevenzione di diverse malattie, incluso lo stress ossidativo della pelle. Nel sangue, inoltre, riduce l’aggregazione di piastrine e quindi ne migliora la fluidità.

Anche l’alcol contenuto nel vino aumenta la vasodilatazione riducendo la pressione arteriosa.  Oltre a ciò, interagendo con le piastrine ne riduce l’aggregazione.

Abbiamo quindi trovato nel vino la cura contro l’infarto?

Non esageriamo, la quantità di alcol e resveratrolo contenuti in un bicchiere di vino, infatti, non bastano da soli per avere una riduzione del rischio delle malattie cardiovascolari. Per assumere adeguate quantità di polifenoli il consumo di vino dovrebbe essere ben più elevato che due-tre bicchieri al giorno, ma in questo caso l’organismo sarebbe esposto agli effetti negativi dell’alcol (che supererebbero di gran lunga quelli benefici).

 

Come si spiega allora il “paradosso Francese”?

Probabilmente è una combinazione di una serie di fattori che si vanno a sommare: agli effetti benefici del consumo moderato di vino si devono sommare anche gli effetti benefici derivanti dall’abbondante consumo di verdure e vegetali (come spinaci, lattuga e broccoli) e chissà, forse anche la genetica della popolazione.

L’argomento è ancora piuttosto dibattuto e il “paradosso Francese” conserva ancora un alone di affascinante mistero.

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